“Il sé è la meta della vita, perché è la più perfetta espressione della combinazione fatale che si chiama individuo… Quando si riesce a sentire il Sè come irrazionale, come un ente indefinibile, al quale l’Io non è né contrapposto né sottoposto ma pertinente, e intorno al quale esso ruota come la terra intorno al sole, allora la meta dell’individuazione è raggiunta”. In ogni uomo prende vita un “dramma interiore” del percorso trasformativo che lo porta alla necessaria meta dell’individuazione. I processi iniziatici di questo processo possono rintracciarsi nel passaggio dalla produzione di fantasie relative la sfera personale alla produzione di fantasie pertinenti alla sfera interpersonale, entrambe tendono ad una meta. Il passaggio successivo è caratterizzato dall’integrazione dell’Anima (uomo) e Animus (donna). Tale passaggio è fondamentale per l’uomo, in quanto oltre a poter distinguere ciò che egli è e il modo in cui appare agli altri, ma anche divenire consapevole del suo invisibile sistema di relazione con l’ inconscio e quindi differenziarsi dall’Anima. L’Anima, finché è inconscia viene proiettata anzitutto sulla madre in quanto prima portatrice dell’immagine dell’Anima, in un secondo momento sulle donne che risvegliano i sentimenti nell’uomo; da qui la necessità dell’ oggettivare l’Anima. Quest’ultima perde il suo potere solo quando si riescono a gestire i processi inconsci che si riflettono nell’ Anima, diventando una funzione di relazione tra la coscienza e l’inconscio.
Gli effetti di tale integrazione portano la coscienza ad ampliarsi in quanto innumerevoli contenuti diventano coscienti; viene demolita l’influenza dell’ inconscio e prende vita una modificazione della personalità. L’ Anima, ora, perde la sua caratteristica “mana” e chi l’assimila acquisisce forza, volontà e saggezza superiori, ma in questo modo ci si identifica con la figura del “mago”, un archetipo dell’uomo potente, del capotribù, da cui però ci si è costretti a differenziarsi in quanto inevitabilmente, ci si è identificati. La differenziazione dal “mago” e per la donna “grande madre”, avviene rinunciando a prevalere sull’ Anima, solo così cessa la dominanza/possessione del “mago” e accade che il “mana” appartiene in realtà al centro della personalità, quindi al Sè…Dal libro Rosso, Carl G. Jung