È proprio quando si sentì proprio bene, si accorse che i momenti di grande solitudine e malinconia profonda, pur poco frequenti, oramai, erano di una intensità immane, irrompevano togliendogli il fiato, obbligandolo a chiudere gli occhi per far fluire quel mare di dolcezza che arrivava da luoghi conosciuti solo dall’ anima. Momenti rapidi che gli producevano una infinita’ di domande, un flusso di interrogativi sul perché pur stando andando nelle direzione voluto apparivano così irruenti. Forse derivavano dalla disperazione dell’ umana condizione che lotta contro contro la propria situazione di essere solo, che al tempo stesso ha bisogno di non morire ma di esser protetto e amato quindi riconosciuto. C erano esperienze forti e confortevoli, durante le quali questi sensazioni erano più sentite e forse perché quelle situazione erano vissute dopo un percorso nato da altre forti sensazioni e quindi a causa di un qualcosa vissuto a metà e non pienamente? Di qualcosa vissuto con l’incapacità di accettarlo, di permettersi di essere riconosciuto?…rdn