Sentiva la sua mente esposta continuamente al pieno offuscamento erotico; ‘come un bambino nel quale mente e corpo sono originariamente posti sullo stesso piano e vengono avvertiti entrambi in tutta ingenuità’. Lui prendeva tutto per autentico, tutto gli sembrava nuovo, e aveva slanci pieni di fiducia e fede smisurata. Vedeva il mondo in tutta la sua bellezza e pensava che gli altri vivessero la sua stessa fede. Si rendeva conto, in realtà, della sua distorsione, ma all’atto pratico non riusciva bene a distinguere le sue buone intenzioni dalle altrui, che spesso erano tutt’altro che buone. Per questo si rendeva sempre disponibile ad aprire dialoghi e confronti, a vivere ogni situazione senza strategia alcuna, ma poi la meraviglia e a volte lo sgomento predominavano quando era lui ad accorgersi che quel modo di esporsi non era compreso, ma solo usato strategicamente. Diciamo pure che mancava in lui, una giusta dose di realismo relazionale; mancava in lui la giusta dose di distanza tra se’ e l’altro. Una mancanza che non lo proteggeva, ma che spesso lo aveva danneggiato e non protetto. Al solo pensiero, il senso di solitudine lo devasto’, era di nuovo solo, solo ad imparare come potersi destreggiare in un mondo di cui troppo spesso si sentiva alieno, pur sentendosi tremendamente attratto dalla calamità’ delle proprie dinamiche….rdn
foto: Veduta dell’Etna dalla cupola, Catania