E pensava a quanto poteva essere gratificante per un ‘uomo’ prendersi le responsabilità delle proprie azioni, belle o brutte che siano, ridicole o seriose. Ciò che, secondo lui, poteva contribuire a ridare dignità all’uomo, ormai confuso e sbandato, perso nel vortice di valori sbiaditi, arreso alla sua solitudine, costretto a combattere contro l’ancestrale paura della morte, era il coraggio di ‘mostrare’, ammettere le proprie debolezze, i propri errori e perché no, la propria bellezza; ciò poteva essere un tributo, quanto meno a se stessi come essere immerso nell’umana condizione apparentemente superiore…rdn
Foto: Tomba di Giulio II di Michelangelo, la statua di Mosè diMichelangelo, chiesa di San Pietro in Vincoli – Roma