In quei tempi viveva seguendo il flusso ed in questo si lasciava andare.. Quella notte, però, si svegliò, passò da un profondo sonno, animata da figure familiari, ad una veglia noiosa. I pensieri si alternavano a ricordi di momenti di vita. I pensieri ritornavano prepotenti e il non senso con cui, in fondo, si stava vivendo questo periodo urlò prepotente. Si girava e rigirava, sperava di chiudere improvvisamente gli occhi e di ritornare nel suo mondo di conoscenza e simboli che tanto amava, ma c’era quel punto tra stomaco e pancia dove cominciò a sentire qualcosa che stringeva, che spingeva a volte su, altre giù. Una morsa fastidiosa, era dolorosa. Muoveva continuamente le gambe, si girava e rigirava, ora supino, ora con testa di fianco al cuscino, ora lo abbracciava, ma poi capì che non era più tempo di aspettare oltre, era questo il momento di agire, quel suo percorso non lo stava appagava, non gli bastava, non poteva essere tutto lì, meritava altro. A volte non è difficile entrare, si disse, ma, piuttosto, uscire; uscire per ritirarsi in sé, e non per l’altro, ma proprio per sé, affinché si lasci il bisogno e si ricominci a desiderare….rdn