Allora cominciò a capire che per incontrare se stesso doveva percorrere altri sentieri. Sentieri insidiosi, aridi, ma molto familiari; una familiarità molto pericolosa, in cui perdersi,di nuovo, era semplice ed anche meno faticoso, ma non lo avrebbe portato lontano, o meglio avrebbe reso vano il suo correre fin qui. Darsi l’opportunità di “sguardare” alcune sensazioni che oggi arrivavano in modo più chiare e nette, era un modo per stabilizzare il suo cammino. Comprendere, rappacificarsi e accettare ciò che non riusciva un tempo, diveniva ora fondamentale, Si aprono varchi improvvisi che se accolti, pensò, possono essere compresi e che lo avrebbero portato ad un livello superiore, dove avrebbe potuto, sicuramente, rompere delle dinamiche che prima lo rendevano legato, antipatico e arrogante. Ora desiderava sorridere, emanare bellezza e riceverne. Era convinto che il suo “cambio pelle” andasse in questa direzione e che, tranne pochi momenti, sarebbe riuscito per sempre a scacciare ogni forma di distorsione, ogni sensazione “dannosa”. Poi riflettendo sul termine “dannoso”, aggiunse, ogni sensazione che lo avrebbe riportato in momenti di involuzione e non di espressione delle sue parti migliori; parti migliori che spesso ha messo in pericolo accettando, rovinosamente ciò che dall’esterno lo investiva senza permesso….rdn