Per fortuna ogni tanto riusciva a confortarsi con parole amiche che gli facevano ritrovare una certa familiarità; in quelle parole spariva ogni bisogno di appartenenza, ogni necessità di costrizione, ogni ‘volonta’ di restare necessariamente dove non si ‘voleva’ essere.
Per fortuna ogni tanto trovava conforto in parole non noiose, in parole che non lo facevano sentir alieno in un mondo di prigionieri dei propri compromessi, dove anche per pisciare doveva essere chiesto il permesso a chi proteggeva dal comune senso di una rischiosa e compromettente solitudine. Tra un bicchier di vino e un buon negroni senza ghiaccio, tra un baccalà in pastella e qualche alici alla provola , si alzava un venticello fresco venuto direttamente dal mare dove la libertà e in ogni singolo granello di sale che disociolto ne diventa l’essenza. Ecco l’essenza di una vita condivisa sciolta nella fluidità dei propri desideri non mescolati ai bisogno di falsi se costruiti per rimandare sempre più l’amarezza e nn prendersi la responsabilità di una gioia che gli apparteneva….rdn
Photo: amiche ad Hong Kong