Usava le favole come ‘antitodo alla futilità della vita’. Senza pensarci alternava i suoi giorni da una storia favolosa all’altra, ininterrottamente e senza accorgersene riusciva a non tradirsi mai. Il suo percorso, come quello di ognuno, aveva degli incroci che, nel suo caso, corrispondevano al passaggio da una favola ad un’altra e puntualmente si poneva il solito dilemma: continuare a vivere in una favola o lasciarsi ‘sedurre’ dalla futilità della vita? Ogni volta uguale e ogni volta puntuale, ma fino a quel momento la scelta era sempre stata istintiva contro ogni compromesso, tristezza e per credere ancora in quell’invisibile sensazione di benessere e completezza che solo nelle favole riusciva a trovare; ora, si faceva strugggente…rdn