IL volto smosso da quell’arietta fresca e nostalgica si mostrava ancor più gioioso, mostrandosi sorridente e allo stesso tempo rigato dalle lacrime che imprevedibilmente nascono quando si è rapiti da una bellezza sorda e strarimpante.
Un gabbiano volò sulla sua testa, urlò il suo amore e gli lanciò dall’alto un regalino che per fortuna, senza volerlo riuscì a scansarsi e a non farsi invadere da un escremento così deciso e grossolano. Svegliato dal volatile, si girò di scatto e diresse verso il tavolo, che qualcuno aveva lasciato senza sedia, si girò intorno e con aria arrogante si chinò per prendere un’altra sedia, mentre una voce da lontano ruppe il suono del vento e il canto del gabbiano per chiamare la donna che era seduta due tavolo più indietro.
Fu infastidito, in verità, da questi stupidi contrattempi, che lo allontanavano dal suo momento di estasi e che a rotazione lo portavano continuamente a scontrarsi con la realtà. Una realtà che ormai non gli apparteneva più, che non detestava, ma che gli era indifferente, al massimo gli procurava un lieve fastidio ma nulla più…..rdn