Solo noi…
Senza nulla dentro
Fa silenzio, restami accanto per un abbraccio, ancora
Fa silenzio e ascoltiamoci dentro
il vento aiuta a tenerci stretti, il sole accentua i sapori
Insegnami a sentire, io ti insegno ad aspettare
Incontriamoci senza nulla dentro, ancora
Rassegniamoci ai sensi
arrendiamoci al pianto del cuore di fronte alle nostre lacrime sensuali
Si distrugge, dicesti, per creare
eccolo tabula rasa pronta ad essere chi sono….rdn
Pazzia d’amare…..
Folli si nasce pazzi si diventa
Folli si vive, pazzi d’amore si muore,
io son folle e fui pazzo d’amore,
vivo da folle ma dentro son morto,
morto d’amore, per pazzia d’amare,
pazzo per morire folle per vivere,
son folle per vivere da pazzo d’amore,innamorato folle di un amore pazzo
che non lascia speranze
e che toglie il repsiro
respiro per vivere una pazzia d’amare…..
Photo: fantasia di ceramica vietrese
Da ogni spunto….
La luce riempiva la stanza
parte del suo corpo era in ombra, bello, dorato bisognoso di cure
La luce riempiva ogni insinuazione e sbiadiva ogni dubbio
Le ombre perfezioni del bello davano coraggio alle preghiere di improvvise mani incrociate
Le ombre echeggiavano nei soffi di voci sfumati, la luce stirava le tracce sonore di frequenze indistinte
L’amore pronto ad entrare da ogni spunto era lì ad accogliere energie distratte dal disperso senso….disperse, distratte, presenti….vitali istanti…
Bi sogni
Un fiume in piena che travolge
Un fiume in piena i cui detriti schiudono ferite richiuse dalle carezze del fluire che si alternano ai graffi
Un fiume in piena che colma la mancanza
Un fiume in piena che copre la bugia scoprendola con l’inaspettata attesa del codardo
Un fiume pieno di vita che lascia la scia e tu non puoi più stare senza…rdn
Con me….
Nn ti poggiare, fammi riposare
dammi la mano, andiamo lontano?
un affanno distratto
un sospiro inviato da chi non riesce a farsi guidare,
da chi non riesce a non domandare,
per chi l’accettare e un gran passo nel dare…
Dove è dentro
Quando è ora
chi ci riesce gioca e sorride
gode e sta bene….rdn
Greet….
Possedeva il dono dell’accoglienza. Riusciva da sempre ad essere accogliente, dove accogliere significava ricevere qualcuno, aprirsi e permettere a qualcuno di entrare; non aveva però la caratteristica del formale ‘così si fa’ ma possedeva in sé quella del ‘mettersi in gioco’, accogliere per ‘vedere’ l’altro e ri-conoscerlo, per crescere,per creare un dialogo, uno scambio di conoscenze, di vita.
Non aveva sempre avuto la vita facile in questo, perché accogliere non corrispondeva sempre ad un rapporto fluido e risonante, ma anche e soprattutto a quando le dinamiche diventavano pericolose, spigolose……’è qui che si cresce, può avvenire il cambiamento…pensava…! Aveva osservato che la maggioranza scappava da ‘l’altro’ dissonante, lo considerava ‘straniero’ non in sintonia, e pensava che questo avvenisse a causa della volontà di imporre il ‘personale’ pensiero, se non se stesso e in questo non trovava niente di accogliente.
Si agganciava spesso, in passato, a chi magari trovava stridente, poco ma molto poco accogliente. In passato, poteva essere chiamato masochismo, curiosità, sfida, ma troppo spesso si era imbattuto in questo tipo di scontri, dove lui accoglieva e l’altro scappava, respingeva ogni tipo di accoglienza; una continua lotta, un attacco e fuga continuo dove poter farsi male era una regola. Ora non era più così, ora ‘lasciava andare’ chi non era pronto ad essere accolto, quantomeno…..ora sapeva, forse, di essere accogliente nello giusto modo, nel modo giusto per sé; non accoglienza per controllare l’altro, per produrre le solite dinamiche che gli permettevano di star fermo anche se sembrava si muovesse, ma si trattava di un nuovo modo di considerare l’altro, di sentirlo così com’era davvero, per quello che voleva mostrare.
Non era stato facile arrivare a questo stato di evoluzione, ma, ora, sapere di esserci gli faceva vivere un’esperienza di essere evolutivamente superiore, quell’essere che non ha più bisogno della sua vecchia pella, davvero pulita e rinnovata; non era, finalmente, scivolava nella vita, lasciando andare fantasmi del passato, e se ne accorgeva soprattutto quando i suoi occhi, inconsciamente, senza alcun comando, come biglie di vetro, pensanti e decise, automaticamente cambiavano direzione quando incontravano qualcuno che aveva seriamente messo in pericolo le sue parti migliori.
Oggi, accogliere per lui diventava un superare una ‘mancanza piena’ e supportare una ‘mancanza vuota’ per vivere in modo fluido se stesso, per entrare nell’altro in continuo cambiamento, per farsi penetrare senza la paura di essere trapassato, visto e riconosciuto…..
Un carosello…..
Un carosello di immagini e sensazioni affollava la sua mente; erano i suoi sogni dove riusciva a rintracciare le sue paure e le sue emozioni più recondite. Era in quelle notti, quelle oniricamente più produttive che lo rendevano incuriosito e stimolato. La sua maggiore aspirazione era conoscersi. Lui voleva conoscere e diventare ciò che aveva dentro davvero, senza filtri e schermi. Sfilate fiabesche con tori d’oro in fiore e carri con animali di ogni genere; percorsi obbligati e omini scuri che gli ostruivano la grande scala che di corsa stava percorrendo per scendere non sapeva dove. L’incontro con se stesso, poteva avvenire soprattutto di notte, pensava, quando tutto si ferma e la mente e il cuore sono in balia della propria storia. Gli ultimi sogni gli avevano precisamente fatto toccare con l’animo la paura che non aveva mai considerato di alcune parti della donna e dell’ uomo. Tutto diventava presente in quelle notti, delle sensazioni strane che ora sapeva di conoscere bene, ma su cui non aveva mai posato l’orecchio, prima di quelle notti. Tutto ciò lo lasciava intontivo, incuriosito e pensava che questa fosse la ricchezza. La ricchezza lui la rintracciava nella possibilità di scoprirsi e non scappare da se stesso. La ricchezza la trovava nel darsi la possibilità di trovare la sua verità per rintracciare il resto nel mondo in modo più onesto e non sprovvisto….rd
n
Foto: me in Festa popolare Campana “La Madonna delle Galline”
ritorno alla ‘responsabilità’
E pensava a quanto poteva essere gratificante per un ‘uomo’ prendersi le responsabilità delle proprie azioni, belle o brutte che siano, ridicole o seriose. Ciò che, secondo lui, poteva contribuire a ridare dignità all’uomo, ormai confuso e sbandato, perso nel vortice di valori sbiaditi, arreso alla sua solitudine, costretto a combattere contro l’ancestrale paura della morte, era il coraggio di ‘mostrare’, ammettere le proprie debolezze, i propri errori e perché no, la propria bellezza; ciò poteva essere un tributo, quanto meno a se stessi come essere immerso nell’umana condizione apparentemente superiore…rdn
Foto: Tomba di Giulio II di Michelangelo, la statua di Mosè diMichelangelo, chiesa di San Pietro in Vincoli – Roma