Sulla strada…

Sulla strada erano troppi gli sguardi vuoti incontrati, quegli sguardi autoreferenziali, in cui vedeva tutto tranne ciò che si doveva scorgere in un’occhiata libera e sincera. Troppi erano gli ‘Io’ assoluti, quelli che gli elencavano tutto ciò che ‘io sono’, ‘io voglio’, ‘io ho bisogno’…ecco, questo erano i troppi sguardi. Sentiva di essere stanco, voleva essere visto, che qualcuno lo guardasse in modo sincero, naturale, senza aver paura di lui. Lui che avrebbe sfidato ogni cosa per un minimo di rispetto per l’altro, per dare una forma a quella dignità umana troppe volte disciolta in un liquido di fortuna di cui importava solo l’etichetta, ma, poi’ ciò che c’è dietro nn importa. In troppi erano quelli dei profili finti, quelli che si nascondevano dietro ‘mi piacciono’ e poi piaceva tutt’altro. E spesso si chiedeva perché esplicitare, definire, se poi intimamente sapevano che non ce n’era bisogno? Perché era tanto difficile ammettere di aver paura, invece di mettere tante impietose protezione? La sua libertà era tale da fargli accettare ogni condizione umana tranne quella della perdita di coraggio e dignità? A questo era arrivato?……rdn

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Foto: Capo Miseno, Napoli

Non chiedeva…

Non chiedeva mai a qualcuno di ritornare. Chi va via, pensava, lo fa perché lo sente. Ciò che sperava in ogni tipo rapporto che iniziasse, era la forza nell’altra persona di dire ciò che pensasse e di non scappare, mettere inutili e patetiche distanze perdendo ogni minima possibilità di mostrarsi così com’era in ogni sua parte. Per questo lo potevano accusare di essere esigente? Di essere selettivo? Bene allora lo era, decise. Ognuno ha delle necessità, borbottava, ha bisogno di vedere nell’ altro qualcosa di se’; lui aveva bisogno di vedere il coraggio, di interloquire con persone degne di essere tali. Le persone sono, continuava a dire, dotate di parola, di intelletto per questo hanno il dovere di dire ciò che sentono, in qualunque momento, con chiunque senza perdersi in ridicole scappatoie. Le distanze che in molti rapporti aveva dovuto subire senza apparente motivo, lo turbavano molto; a lungo nel suo passato aveva trascorso il tempo a cercare di accorciarle, di eliminarle, ma capiva che era solo tempo perso; un modo per non m voltare pagina e andare avanti. Si è vero, lui aveva avuto, in passato, difficoltà a lasciare andare gli altri. Ora stava imparando, e per quanto potesse mettersi in discussione pensando di essere spesso la causa di ciò , penso’ che non poteva interessargli. Non era, finalmente, più interessato alle lusinghe non supportate da comportamenti adeguati. Era libero, finalmente, di mettere anche lui le distanze da chi gli creava un danno, danneggiando le parti migliori di se’….il suo sorriso era, ora, evidente, palese, libero di mostrarsi in tutta la sua pienezza. Le distanze appartenevano agli altri, lui le aveva accorciate con se stesso….rdn

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E improvvisamente…

E improvvisamente si perdeva in gran sorriso, niente di tangibile accadeva, ma lui sorrideva. Tutto nella sua mente capitava…e sorrideva quando rivedeva quello strano essere di un tempo, un potenziale uomo che si muoveva nascosto dietro una immensa paura sconosciuta. Un po goffo, un po ridicolo, quel l’essere cercava a fatica di farsi strada., tra zone di confort e spazi di immenso dolore, quel brutto anatroccolo eranriuscito, nel tempo, a trasformare la sua debolezza in forza, riconoscendo la sua paura, i suoi punti deboli e su questi aveva eretto delle grandi cattedrali forti e possenti, a tratti inavvicinabili. Ecco lo aveva pensato: inavvicinabili. La paura la conosceva ma non l’aveva sconfitta, ci conviveva. Perché i sentimenti/emozioni, quelli piu arcaici, pensava, non se ne vanno, camminavano al suo fianco, gli davano la spalla in silenzio, senza ormai disturbare, rendendolo a tratti inavvicinabile….rdn

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Artista: Dimenico Balsamo
Galleria: Galleria Dino Morra

Era sconcertato….

Era sconcertato, questo era il suo stato d animo al momento. Era pienamente consapevole del suo percorso ma sentiva intorno a se la confusione del mondo. Era come se percepisse le persone intorno a se senza coerenza alcuna; i comportamenti troppo spesso erano completamente distaccati e opposti ai discorsi che sentiva. I sermoni erano tanti e anche di spessore, ma nessuno di questi era sostenuto da un comportamento adeguato. Troppi, ormai, si adeguavano alla tristezza di un sesso senza amore; all’accettazione di un contentino, per sentire un momentaneo moto di esistenza. Questo lo confondeva ma allo stesso tempo lo centrava, ora più che mai si sentiva si’ più alieno, ma più capace e più emotivamente competente. Il suo andare contro corrente, aveva un andamento sicuro, di chi sa ciò che vuole e sa che può trovarlo solo in se stesso, senza perdere tempo perdendosi nell’altro, aspettandosi dall’altro una ciò che l’altro non avrebbe mai potuto dargli. Imparava a fare distanza? Era consapevolezza di aver saputo usare bene i propri strumenti acquisito negli anni? Certo era che, però di fondo cresceva l’amarezza. Un’amarezza per non essersi ‘visto’ bene prima, era profondamente dispiaciuto per aver dato tanto credito al mondo intorno, senza sapere che quest’ ultimo senza di lui avrebbe avuto meno…rdn

 

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Era legato…

Era legato alle cose tradizionali, cercava di adattarsi ai nuovi modi di comunicare, ma il semplice ‘mi piace’ su un social lo irritava; non significava niente, anche se per molti potevano essere modi per dire: ti sto pensando. Pensava, quindi, a come oggi l’uomo fosse diventato ancor di più ‘economicamente energetico’; non si accorgeva nemmeno che questo modo di comunicare, se esclusivo, non permetteva più di guardare le paure. Sul web tutti sembravano più spavaldi, più aperti, diretti. Eh grazie, esultava, l’altro dov’è….boh…! Può essere ovunque, chiunque, ma cosa importa, l’importante è che ci si difendeva ipocritamente e vilmente….gli mancavano gli incontri sorprendenti, le pacche sulle spalle, i minuti rubati per un caffè sorridente e un abbraccio di saluto…..rdn

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foto: vista dell’Etna dalla cupola, Catania

Sentiva….

Sentiva la sua mente esposta continuamente al pieno offuscamento erotico; ‘come un bambino nel quale mente e corpo sono originariamente posti sullo stesso piano e vengono avvertiti entrambi in tutta ingenuità’. Lui prendeva tutto per autentico, tutto gli sembrava nuovo, e aveva slanci pieni di fiducia e fede smisurata. Vedeva il mondo in tutta la sua bellezza e pensava che gli altri vivessero la sua stessa fede. Si rendeva conto, in realtà, della sua distorsione, ma all’atto pratico non riusciva bene a distinguere le sue buone intenzioni dalle altrui, che spesso erano tutt’altro che buone. Per questo si rendeva sempre disponibile ad aprire dialoghi e confronti, a vivere ogni situazione senza strategia alcuna, ma poi la meraviglia e a volte lo sgomento predominavano quando era lui ad accorgersi che quel modo di esporsi non era compreso, ma solo usato strategicamente. Diciamo pure che mancava in lui, una giusta dose di realismo relazionale; mancava in lui la giusta dose di distanza tra se’ e l’altro. Una mancanza che non lo proteggeva, ma che spesso lo aveva danneggiato e non protetto. Al solo pensiero, il senso di solitudine lo devasto’, era di nuovo solo, solo ad imparare come potersi destreggiare in un mondo di cui troppo spesso si sentiva alieno, pur sentendosi tremendamente attratto dalla calamità’ delle proprie dinamiche….rdn

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foto: Veduta dell’Etna dalla cupola, Catania

‘Restaurato’….

‘Restaurato’ dalla sua spontanea solitudine, si lasciò trasportare dalla quotidianità della vita e dalle nuove cariche amicali che andava ricercando lungo il cammino. Si ritrovò, così, in un luogo surreale, un pezzo di storia dove i folli erano i fantasmi custodi, e i guardoni i pazzi che abitavano intorno. Tra grate alle finestre e porte di un tiepido e usarato grigio, lo inebrio’ una musica conosciuta, che riscaldava L’ anima con la sua voce per nulla dolce, ma graffiante, disperata e arrogante. Avvolto da sconosciuti fumo’ all’inverosimile per esorcizzare la sua solitidune che aumentava alla vista di un abbraccio tra due innamorarti. Fu travolto, però, da una strana euforia scaturita forse dai sorrisi delle persone intorno a lui che gli trasmettevano allegria e senso di appartenenza. Si passò da un bar all’altro, si alternavano centinaia di volti interessanti, ognuno con una storia bella e brutta, ma una storia vera, di vita vissuta, ognuno la sua. Ogni luogo una musica diversa sensazioni diverse, ma le uniche coinvolgenti restavano i suoni che in qualche modo lo collegavano al suo passato, lo collocavano in un preciso nostalgico luogo…chissà perché…! Aveva bisogno, ora più che mai, di credere in un bel calcio di rigore, travolgente e vincente…rdn

 

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Corse a casa….

Corse a casa, si sentiva stanco, aveva voglia di chiudersi la porta alle spalle e stare solo con se. Sali le scale si spogliò, entro in doccia e si lavò da dosso la lunga ed estenuante giornata, poi si abbassò il cappuccio dell’accapoatoio e si guardò allo specchio. Il suo volto ancora poco provato dall’esterno era lineare mostrando tutta la freschezza del suo essere oltre ogni cosa. Si versò del vino che aveva conservato per una occasione stimolante, quella lo era. Andò fuori, attratto da una mezza luna macchiata da qualche nuvola è distratta dai fari e da luci impazzite di una allegra festa di paese. Chiuse tutte le finestre, affinché non arrivasse il frastuono della festa che si svolgeva sul lungomare. Una volta era incuriosito da questo tipo di feste di piazza, dov’è tutte le famiglie si riversano con l abito più bello e bambini contenti. Feste svuotate oramai dal frastuono di ogni Io. Accese quella candela che nessuno aveva ancora infuocato per lui, si stese nudo sul divano e si lasciò andare in profondi sospiri per un relax più profondo…rdn

 

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Era pienamente….

Era pienamente preso da una sensazione straordianria di pieno riconoscimento di se stesso. Per anni lo avevo ricercato altrove ed ora dopo tanto distrarsi per non sentire la tristezza, si sentiva riconosciuto. Era lui che si riconosceva, conosceva finalmente le modalità tramite cui poteva sentirsi di essere riconosciuto da se stesso. Un’altra convinzione nacque di conseguenza: sapeva perfettamente di avere dei bisogni, delle ‘esigenze’; in quanto soggetto riconosciuto, era anche esigente. Tali esigenze non erano quelle di un tempo, che lo rendevano rigido, chiuso verso chiunque fosse diverso, non rientrasse nei suoi modi di essere al mondo. Le sue esigenze erano tutt’altro, forse piu pratiche, meno ‘perverse’, riguardavano, quindi, l’esterno. Oggi cercava delle cose ben precise, come, per esempio, qualche anima che accendesse una candela in quel preciso istante in cui anche lui lo desiderava. Chiamatela sintonia, feeling, per lui era un forma di riconoscimento del esistere per qualcuno. Sapeva bene, però, che in quel preciso momento non era in grado di poter essere accolto e riconosciuto in questa modalità ‘assoluta’ e alla domanda di una sconosciuta, venuta da molto lontano: vuoi una relazione? Lui rispose un secco no, convinto più che mai di quella risposta. ‘Per ora’, disse, ‘in questo preciso momento non credo che ci sia una persona che mi possa riconoscere’ continuo’. La sconosciuta un po’ delusa da quella risposta che non lasciava alcun dubbio, sorrise muovendo le labbra dolcemente, quasi come se volesse replicare ma il fiato non fu così deciso da mettere suono, abbasso’, quindi, lo sguardo e quando lo rialzò scoppio in una risata leggera, leggera…..rdn

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Foto: Barcellona

E finalmente…

E finalmente si aprì uno spazio anche per lui. Un luogo isolato lo accolse, tutto gli sembrava più tiepido e allo stesso tempo più accogliente. Sentiva di nn aver più bisogno di stimoli, ma, stranamente, solo di quiete. Era come se avesse fatto il giro del mondo e in brevissimo tempo, vissuto tante vite, ma in tutto questo vivere non portava nulla con se’, solo un gran bisogno di quiete. Desiderava essere accolto da nessuno se non da se stesso; ecco, forse per la prima volta nella sua vita si era così tanto immerso in se stesso, perso in se stesso che ora aveva solo bisogno di una decompressione. La sensazione di non aver portato niente con se, derivava forse da questo.
Come in seguito ad una sbornia, quando bisogna attendere che il sangue si ripulisca e riprenda il suo percorso naturale, per capire cosa fosse successo, così lui aveva bisogno di stendersi e al contatto con gli elementi naturali sentirli emozionalmente placati, per accogliere tutto ciò a cui si era esposto. Accogliere, accettare ogni minima parte di se’ che si espone e cambia ogni qualvolta si gioca con la vita senza tirarsi indietro e senza che la ragione limiti troppo la volontà di gioire del divertimento di una sbornia che arriva sempre troppo tardi….rdn

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Foto: Maronti, Ischia 2016

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