Sulla strada erano troppi gli sguardi vuoti incontrati, quegli sguardi autoreferenziali, in cui vedeva tutto tranne ciò che si doveva scorgere in un’occhiata libera e sincera. Troppi erano gli ‘Io’ assoluti, quelli che gli elencavano tutto ciò che ‘io sono’, ‘io voglio’, ‘io ho bisogno’…ecco, questo erano i troppi sguardi. Sentiva di essere stanco, voleva essere visto, che qualcuno lo guardasse in modo sincero, naturale, senza aver paura di lui. Lui che avrebbe sfidato ogni cosa per un minimo di rispetto per l’altro, per dare una forma a quella dignità umana troppe volte disciolta in un liquido di fortuna di cui importava solo l’etichetta, ma, poi’ ciò che c’è dietro nn importa. In troppi erano quelli dei profili finti, quelli che si nascondevano dietro ‘mi piacciono’ e poi piaceva tutt’altro. E spesso si chiedeva perché esplicitare, definire, se poi intimamente sapevano che non ce n’era bisogno? Perché era tanto difficile ammettere di aver paura, invece di mettere tante impietose protezione? La sua libertà era tale da fargli accettare ogni condizione umana tranne quella della perdita di coraggio e dignità? A questo era arrivato?……rdn
Foto: Capo Miseno, Napoli