È proprio quando si sentì proprio bene, si accorse che i momenti di grande solitudine e malinconia profonda, pur poco frequenti, oramai, erano di una intensità immane, irrompevano togliendogli il fiato, obbligandolo a chiudere gli occhi per far fluire quel mare di dolcezza che arrivava da luoghi conosciuti solo dall’ anima. Momenti rapidi che gli producevano una infinita’ di domande, un flusso di interrogativi sul perché pur stando andando nelle direzione voluto apparivano così irruenti. Forse derivavano dalla disperazione dell’ umana condizione che lotta contro contro la propria situazione di essere solo, che al tempo stesso ha bisogno di non morire ma di esser protetto e amato quindi riconosciuto. C erano esperienze forti e confortevoli, durante le quali questi sensazioni erano più sentite e forse perché quelle situazione erano vissute dopo un percorso nato da altre forti sensazioni e quindi a causa di un qualcosa vissuto a metà e non pienamente? Di qualcosa vissuto con l’incapacità di accettarlo, di permettersi di essere riconosciuto?…rdn
L’unica cosa…
L’unica cosa di cui poteva essere sicuro era nn aver mai pensato di essere ‘qualcuno’; qualcuno che potesse lasciare un segno, qualcuno di cui la gente poteva leggere sui giornale per qualcosa di strillante. Forse aveva più aspettative rispetto al mondo che rispetto a se stesso. Insicurezza? Mancanza di grinta? Autostima alle caviglie? Incoscienza? Non sapeva la risposta, ma penso, ora, che questa sua caratteristica non era improduttiva, anzi aveva permesso che potesse evolvere spontaneamente e li-be-ra-men-te, senza restrizione e limiti di possibilità. La sua crescita personale e lavorativa era un continuo divenire senza meta, tutto si srotolava davanti a se’ minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno. Si sentiva più stimolato, più incuriosito da ciò che poteva diventare soprattutto grazie a se stesso e alla sua volontà e genialità; si, genialità, ad un certo punto aveva scoperto sulla sua pelle di avere il timbro della genialità, che a volte andava rallentata, ma spesso era per lui un modo per incanalare in modo ‘sano’ la propria energia. Il divertimento della vita era questo fluirle dentro con continue inaspettate avventure che a tratti lo allontanavano da se’, ma che lo facevano assomigliare sempre di più a ciò che realmente era, realmente e’…..rdn
Photo: Mimmo Jodice, Museo Madre, Giugno 2016
Il so ruolo….
Il suo ruolo era, un tempo, ben definito, tutto era stato ben predisposto, architettato, da chi? Da lui? Dal mondo? ma sicuramente lui si era sottomesso, quindi lui aveva accettato. Aveva scelto un ruolo rigido, di quelli fintamente desiderati, da cui diventa quasi impossibile uscirne. Trinceramento totale, nascosto dietro ai più banali “Ess muss sein” imposti dall’intelletto dello stupido uomo. I suoi doveri erano quelli dell’uomo comune, niente di più; quelli da cui l’uomo comune non riesce a sottrarsi, se non per volontà altrui. Doveri, che in pochi si scelgono lucidamente per volontà, ma che in molti, compreso lui, era accettati per volontà generale, forse per invidia, forse per competizione, forse per riempire o forse perché così deve andare. Pensò, che quelle sono morbide catene, che possono tenere un uomo vivo e stimolato, ma possono anche ucciderlo, renderle poco lucido e “pericoloso” sia per sé sia per gli altri. Libero arbitrio? esclamò; mmmmhhhh, si certo è un libero arbitrio, siamo sempre noi a scegliere, ma quale condizionamenti e tristezze ci sono alla base? Certamente, poteva rispondere solo per sé, e ciò che sentì era una profonda delusione e derisione per quell’uomo che ha impiegato tanto tempo per capire che tutta quella rappresentazione, che era la sua vita era triste e a tratti patetica……rdn
E schizzava dritto…
E schizzava dritto per la sua strada, ma la sua mente si focalizzava su un pensiero ben preciso: quante volte aveva pensato che ogni suo comportamento potesse essere sintomo di crescita o semplice presa per i fondelli. Ogni scelta secondo lui aveva questi risvolti e la conoscenza si sarebbe avuta solo a distanza di tempo, forse. oltre a se stesso, anche il mondo lo aveva troppo spesso preso in giro, muovendo i suoi fili a propria discrezione, senza considerare cosa pensasse e cosa volesse. Il mondo lo aveva troppe volte voluto inserire in precisi ruoli, gli aveva imposto ruolo ben specifici, di cui, lui, senza accorgersene, aveva vestito alla perfezione ogni piega. Ora, però, era tempo di vivere a modo suo, non avrebbe accettato dedizione alcuna, avrebbe vissuto a 360 gradi avendo il più ampio raggio visivo e il grande campo di azione. Ogni secondo avrebbe potuto modificare tutto. Ogni sguardo che lo avrebbe turbato sarebbe stato accettato. La vita, insomma festeggiata e riverita in ogni suo aspetto….rdn
Foto: Honda Four, 1976
Allora cominciò…
Allora cominciò a capire che per incontrare se stesso doveva percorrere altri sentieri. Sentieri insidiosi, aridi, ma molto familiari; una familiarità molto pericolosa, in cui perdersi,di nuovo, era semplice ed anche meno faticoso, ma non lo avrebbe portato lontano, o meglio avrebbe reso vano il suo correre fin qui. Darsi l’opportunità di “sguardare” alcune sensazioni che oggi arrivavano in modo più chiare e nette, era un modo per stabilizzare il suo cammino. Comprendere, rappacificarsi e accettare ciò che non riusciva un tempo, diveniva ora fondamentale, Si aprono varchi improvvisi che se accolti, pensò, possono essere compresi e che lo avrebbero portato ad un livello superiore, dove avrebbe potuto, sicuramente, rompere delle dinamiche che prima lo rendevano legato, antipatico e arrogante. Ora desiderava sorridere, emanare bellezza e riceverne. Era convinto che il suo “cambio pelle” andasse in questa direzione e che, tranne pochi momenti, sarebbe riuscito per sempre a scacciare ogni forma di distorsione, ogni sensazione “dannosa”. Poi riflettendo sul termine “dannoso”, aggiunse, ogni sensazione che lo avrebbe riportato in momenti di involuzione e non di espressione delle sue parti migliori; parti migliori che spesso ha messo in pericolo accettando, rovinosamente ciò che dall’esterno lo investiva senza permesso….rdn
Non puoi sederti e pensare che tutto si fermi, solo perché hai bisogno di far la vittima, penso’. Nel riflettere su di se’, si accorse che spesso nasceva il bisogno di coccolarsi da solo, di sentirsi vittima e poi, come fa la mamma col proprio figlio, di dondolarsi e dirsi andrà tutto bene. Le scelte deglgi ultimi anni, lo avevano portato lontano e distanziato da chi da adulto ti può dare sicurezza, certezza. Ora queste caratteristiche le cercava solo in se stesso. Seduto su di una vecchia sedia, in un giardino da dove poteva ascoltare il rumore del mare, attendeva se stesso e l’opportunità di guardare qualcuno senza alcun bisogno particolare…di vedere il mare….rdn
Foto: trullo pugliese, tks Arch. Luca Bombassei
…Pensa….
….Pensa che anche la sola predisposizione ad un minimo cambiamento, attiva la nascita di una serie di nuove intercessioni cerebrali tutte miranti ad una sorta di soluzione. L’ energia che sprigioni ti porta verso o in senso opposto alla direzione giusta per te….sei tu a decidere, tu a scegliere….nessun altro…!!! rdn
Si guardarono….
Si guardarono e si scambiarono la vita, poi girò le spalle e andò via…..avrebbe voluto rincorrerlo ma quello sguardo sarebbe stato non più equo, ma disonesto e fasullo…..preferì la compagnia del suo ricordo ad uno sprezzante compromesso…..rdn
c’era qualcuno….
C era qualcuno che parlava, parlava, lui non aveva alcuna voglia di ascoltare voleva stare tranquillo ascoltare ciò che c’era intorno, i rumori naturali di quel bel pomeriggio ventoso. Avrebbe voluto allargare la bocca e far uscire tutto il fiato per urlare ‘Taciiiiii’ ma i residui del suo vecchio se’ non lo permisero e dovette applicare il meccanismo della chiusura ermetica, estraniandosi totalmente ascoltando solo un rumore di sottofondo. Il volo di un gabbiano, il passaggio di una piccola imbarcazione e lo schizzo di un onda portata su dal vento era l’esperienza più …. che voleva vivere. Vedeva gli altri gesticolare, svuotate bicchieri in gola e poi ridere, ridere e lui voleva solo godersi quel momento di pieno isolamento quasi isterico. ….rdn
dialogo notturno, quando la luna ti chiede di uscire…
Noto che la pazzia, comunque, ti appartiene, disse
Bella la tua voglia di condividere, ma per ora comunichi caxxate, continuò…..
si lo so, rispose…
mi fai ridere, mi piacciono queste caxxate, replicò
sono le mie caxxate, sentenziò…rdn