che dire….dici…!
Secondo lui, le relazioni sarebbero state più semplici e vissute in modo più sorprendente se ognuno avesse avuto la capacità di risolvere il ‘non detto’, avesse riuscito a lasciar andare quella parte debole che non permetteva di dire ciò che si era o ciò che all altro si credeva non gradito… quanta tristezza nel futuro di quei silenzi….rdn
Da ricordare….sempre
e ogni tanto ricordava a se stesso di aver imparato ad aver paura e che quella sua parte fragile, sarebbe diventata forte, nel momento stesso avrebbe capito che ogni paura, se vista ha il proprio tempo per poter essere svuotata del suo ‘utile’ significato…..rdn
Fluidità….
Era molto stanco di sentirsi dire da tanti “io sono”, “io non posso essere altro”. Lui aveva ben capito capito che la vita ci porta a continue trasformazioni, “oggi non saremo mai come ieri” diceva. Era convinto che saremmo potuti essere chiunque in qualsiasi momento: belli, brutti, etero, gay, bianchi, neri, gialli, buoni e cattivi, stupratori e ossessionati del rispetto. Le etichette di razza, di identità sessuale, di caratteristiche personali, politiche, servivano socialmente a rassicurare, a proteggere; erano dei vetri di protezione contro ogni paura, pregiudizio e guai a tirare le pietre. Lui era sicuro solo di non voler più essere una bugia, un’alternativa, un treno di passaggio da cui salutare, un bisogno, un perditempo. Era diventato reale per sé e lo pretendeva anche dal mondo, desiderava, ora, e voleva essere un desiderio….del mondo, nel mondo…rdn
….!!!
Aveva più paura di stare con chi non trovava stimolante, che star da solo ad accogliere talvolta anche la noia….rdn
Felicità…???
Ma come non sei felice? chiese. Puoi, finalmente, avere ciò che hai sempre desiderato, aggiunse.
Appunto, rispose, solo ora mi accorgo essere solo un bisogno…ahimè…rdn
Sere familiari
E ritornavano quelle sere d ‘ estate dove l’attesa di parlare all’anima terminava. Tutto veniva fuori protetto da una notte sognante e cullata da un mare immenso. La pace era tollerante e lui sentiva di essere l’unico possessore di se stesso e soprattutto fortunato; la fortuna era nella forza di riuscire a parlare all’anima, con l’anima senza filtri, senza spine, fluido, libero. Era emozionante ritrovarsi nello sguardo di chi gia sa, di chi ha sentito senza ascoltare…rdn
Photo: Napoli….
quando è parte di te….
Capiva perfettamente quale fosse la situazione e che piega stesse prendendo, ma non era, ora, il caso di formalizzarsi; si era al classico punto di non ritorno, ed era pronto ad assumersi le proprie responsabilità e ad accogliere con la massima serenità le conseguenze, di qualsiasi natura potessero essere. Aveva la sensazione che se avesse fatto un passo indietro, in quel momento, avrebbe perso qualcosa di molto interessante. In verità, spesso sentiva di perdere qualcosa che la vita gli riservava, ma da quando aveva acquisito quella fresca e salutare libertà di movimento, cercava di perdersi il meno possibile (forse, anche questo era un modo poco libero?). Quella volta la spinta a seguire i travolgenti eventi non gli lasciava dubbio alcuno, doveva tuffarsi e libero di farlo si lanciò…..con la leggerezza nell’anima e la certezza di un essere felice, visse come senza un domani. Il suo sorrise non lo abbandonò nemmeno un istante, ‘d’altronde quando è parte di te’, esclamò, ‘ non può mai lasciarti’, come l’odore della propria pelle che distintivo, ammaliava e seduceva senza alcuna consapevolezza…..rdn
Photo: Botero, Palazzo del Vittoriano, Roma (Maggio 2017)
a due mani…le sue
Viveva ogni viaggio come una crescita, il luogo in cui arrivava diventava, così, un teatro da colori intensi e ricchi di emozioni. La pace invadeva, la bellezza accecava, confondeva i suoi sensi e riempieva l’animo…..libero. Lui c’era, sempre più presente, si riconosceva ed era riconosciuto, sfamava ed era sfamato, riscaldava ed era riscaldato; un equilibrio non più precario accompagnava il suo cammino ancora lungo e complicato, a due mani….le sue….rdn
Tra noi….
Per fortuna ogni tanto riusciva a confortarsi con parole amiche che gli facevano ritrovare una certa familiarità; in quelle parole spariva ogni bisogno di appartenenza, ogni necessità di costrizione, ogni ‘volonta’ di restare necessariamente dove non si ‘voleva’ essere.
Per fortuna ogni tanto trovava conforto in parole non noiose, in parole che non lo facevano sentir alieno in un mondo di prigionieri dei propri compromessi, dove anche per pisciare doveva essere chiesto il permesso a chi proteggeva dal comune senso di una rischiosa e compromettente solitudine. Tra un bicchier di vino e un buon negroni senza ghiaccio, tra un baccalà in pastella e qualche alici alla provola , si alzava un venticello fresco venuto direttamente dal mare dove la libertà e in ogni singolo granello di sale che disociolto ne diventa l’essenza. Ecco l’essenza di una vita condivisa sciolta nella fluidità dei propri desideri non mescolati ai bisogno di falsi se costruiti per rimandare sempre più l’amarezza e nn prendersi la responsabilità di una gioia che gli apparteneva….rdn
Photo: amiche ad Hong Kong